Il Lavatoio Medievale di Cefalù: la ninfa e il fiume Cefalino
“Qui scorre Cefalino, più salubre di qualunque altro fiume, più puro dell’argento, più freddo della neve”. Così recita l’insegna all’ingresso del lavatoio medievale di Cefalù. Secondo un’antica leggenda le acque del Cefalino – in siciliano u ciumi, cioè “il fiume” – sarebbero lacrime incessanti di una povera ninfa, la quale, dopo aver ucciso il suo amato che l’aveva tradito, se ne pentì.
Da Corso Vittorio Emanuele, a pochi passi dal rinascimentale Palazzo Martino, si scorge la scalinata detta a lumachella (“la lumachina”) e si accede al Lavatoio medievale: quindici bocche di ghisa riversano le acque del Cefalino – davvero freddissime! è rinfrescante sedersi all’ombra sui gradini vicini, proprio come facevano i viaggiatori dell’Ottocento. Fino a qualche decennio fa, le donne di Cefalù adoperavano ancora il Lavatoio medievale per il bucato, facendo risuonare nei vicoli del centro storico i loro canti tradizionali!
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